Un uomo ucraino di 50 anni, Ihor Varvachyn, è stato processato per l’omicidio del suo amico e connazionale Pavlo Zapprozhets, 47 anni, ucciso con 30 coltellate la sera di Pasqua scorsa. Varvachyn avrebbe detto di esser stato aggredito dai ladri e che stava cercando il suo amico, ma in realtà il corpo della vittima giaceva prono in una pozza di sangue all’interno di un container. Varvachyn era confuso e non riconosceva la vittima. Secondo i testimoni, l’uomo non era lucido e pronunciava frasi sconnesse. I militari giunti sul posto hanno trovato il proprietario del canile, la socia e l’imputato col volto tumefatto e con i vestiti sporchi di sangue in stato confusionale seduto a terra sull’uscio del container. Le due donne cercavano di coprire Varvachyn con dei giacconi perché era una serata molto fredda. All’interno del container dove viveva Ihor Varvachyn come custode del canile giaceva senza vita il corpo dell’amico e connazionale Pavlo Zapprozhets. Era a pancia in giù con le gambe incrociate e le punte dei piedi distese giacché era senza scarpe con il volto rivolto verso l’ingresso del container in una pozza di sangue. Presentava numerose ferite da arma da taglio ed il lobo dell’orecchio sinistro tagliato oltre che una profonda lesione al capo sul lato sinistro. Dopo i controlli e rilievi dei Ris del comando provinciale di Caserta si escluse la presenza di un’altra persona ed il racconto dell’imputato è stato considerato un tentativo di depistaggio. Riguardo la serata del 17 aprile 2022 come ricostruito dai carabinieri i due connazionali avevano deciso di festeggiare insieme Pasqua proprio nel container dove Ihor Varvarchyn viveva in qualità di custode del canile. Complice l’alcol presumibilmente riemersero vecchi rancori e tra i due nacque un diverbio degenerato nel sangue. Pavlo venne prima tramortito con una padellata alla testa da Ihor, cadde a terra e mentre era in posizione prona venne colpito da 30 fendenti con un coltello da cucina con lama monotagliente da 10 centimetri su tutto il corpo. I fendenti si concentrarono all’addome e al torace. Alcune coltellate provocarono la lesione del lobo inferiore del polmone sinistro e la lesione della parete cardiaca in corrispondenza del ventricolo sinistro. Lesioni quest’ultime che provocarono alla vittima uno shock ipovolemico di natura emorragica che portò ad una insufficienza cardiaca acuta e ciò ne determinò il decesso.