Il clan Amato-Pagano è stato colpito duramente con l’arresto di 53 membri, di cui 43 in carcere e 10 ai domiciliari. Questa organizzazione criminale, attiva tra Napoli e provincia, era solita imporre il pizzo anche a cittadini comuni, come gli imbianchini. Ciò che ha sorpreso di più è il ruolo di spicco delle donne all’interno del clan: in particolare, Debora Amato, figlia di Rosaria Pagano e Pietro Amato, aveva preso il comando del gruppo nel 2021. Grazie all’uso sapiente dei social, come Tik-Tok e Instagram, il clan reclutava giovani e li istruiva sull’estorsione, mostrando un lifestyle di potere e ricchezza attraverso foto di orologi di lusso, auto costose e mazzette di banconote.

Oltre alle estorsioni, il clan era coinvolto nel narcotraffico internazionale, gestiva case popolari sfitte per ottenere consenso e controllava aste giudiziarie. Anche le aziende beneficiarie di superbonus fiscali erano costrette a pagare il pizzo. Inoltre, il gruppo aveva affiliati in Spagna e Dubai per gestire il traffico di droga e riciclava denaro attraverso una società di noleggio e vendita di auto.

È stato il procuratore Nicola Gratteri a sottolineare che la camorra è stata la prima organizzazione criminale in Italia a utilizzare i social per propagandare e normalizzare il crimine. L’arresto di questi membri del clan Amato-Pagano è un duro colpo per la criminalità organizzata a Napoli, ma dimostra anche l’importanza delle indagini e della collaborazione tra le forze dell’ordine per contrastare il fenomeno.

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