Il Tribunale amministrativo regionale di Salerno ha accolto il ricorso presentato dalla società Sarim contro il Comune di Castellabate e la Centrale Unica di Committenza tra i Comuni di Cava de’ Tirreni, Castellabate e Roccapiemonte, relativamente alla gestione dei rifiuti e dello spiazzamento. La Sarim ha impugnato il bando e gli atti correlati all’affidamento del servizio, sostenendo che le disposizioni in essi contenute avrebbero creato condizioni economicamente svantaggiose per gli operatori e alterato la concorrenza. La società ha evidenziato tre anomalie: la sottovalutazione dei costi del personale e dei veicoli, nonché il costo annuale delle attrezzature da installare presso il centro comunale di raccolta. Il Collegio giudicante ha nominato un verificatore per accertare se i costi fossero stati sottostimati a tal punto da impedire agli operatori di formulare un’offerta economicamente sostenibile. Alla fine, i giudici amministrativi hanno ritenuto fondate le obiezioni sollevate dalla Sarim, definendo le regole di partecipazione al bando “irragionevoli” e incapaci di consentire la presentazione di un’offerta congrua ed economicamente sostenibile. Il Comune di Castellabate ha sottostimato i costi di oltre 1 milione di euro rispetto ai circa 12 milioni previsti come base d’asta. Il Tribunale ha sottolineato che l’amministrazione non ha il potere di scelta illimitata dell’offerta, poiché i criteri devono prevedere uno scenario possibile e sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico. Il Comune è stato condannato a pagare le spese legali a favore dell’azienda e le spese a favore del verificatore del Collegio giudicante. Il Comune dovrà ora rivedere il bando, mentre la Sarim continuerà a gestire il servizio in via di proroga.

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