La Liquigas ha deciso di chiudere gli uffici di Napoli e di licenziare 70 dipendenti, a causa dell’alto costo dell’affitto. Secondo il segretario generale della Filctem Cgil Campania, Vincenzo De Caro, questa decisione si unisce a quella di molte altre aziende che cercano di recuperare produttività a scapito del Sud Italia. L’azienda ha indicato come soluzione il trasferimento dei dipendenti a Firenze e Cremona, dove hanno già preparato le postazioni di lavoro.

Secondo De Caro, la decisione di chiudere gli uffici di Napoli ha odore di ritorsione, in quanto dopo lo sciopero del settembre 2021, l’organico di Napoli è andato via via assottigliandosi. Inoltre, il Direttore del Personale ha avuto degli incontri locali nei quali ha affermato che i dipendenti di Napoli sarebbero considerati “improduttivi” in quanto sarebbero stati i primi a richiedere l’applicazione dello Smart Working in occasione delle proroghe normative governative.

Liquigas SpA è un’azienda leader del settore del GPL in Italia appartenente al Gruppo multinazionale olandese della SHV, da anni è fortemente remunerativa ed anche il 2022, nonostante la contrazione, ha assicurato un Ebitda di 56 milioni di euro contro i 76 dell’anno precedente. Normalmente, nel corso degli anni solo il 10% degli utili è stato reinvestito in Italia; il restante 90% è sempre stato introitato dalla casa madre. Il personale, compreso quello da recenti acquisizioni, si aggira attorno ai 700 dipendenti.

Il sindacato ritiene che l’azienda abbia deciso di chiudere gli uffici di Napoli solo perché i lavoratori hanno esercitato un loro diritto sancito dalla Costituzione. De Caro ritiene che basterebbe ricercare sedi alternative con costi notevolmente più bassi, ma è chiara e limpida la natura ritorsiva delle decisioni aziendali.

In conclusione, il sindacato chiede all’azienda di trovare una soluzione che non comporti la perdita del posto di lavoro per 70 dipendenti e che tenga conto delle esigenze delle famiglie a rischio.

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