Il consigliere comunale di minoranza a Ravello, Ulisse Di Palma, ha condiviso su Facebook il suo straziante ricordo dei soccorsi in seguito al tragico incidente in mare a Furore. Di Palma, che svolge la professione medica presso il nosocomio di Castiglione di Ravello, ha descritto i momenti strazianti immediatamente successivi alla tragedia.
“Morire con il sole negli occhi, con il calore che ti pervade, in uno degli scenari sicuramente più belli al mondo, se mai pur con il sorriso e con l’ultima battuta rivolta ad un figlio. Impensabile, assurdo, eppure capita, come capita di accogliere in un Pronto Soccorso, dove pure vedi in tanti l’ultimo respiro, due bambini, nella loro nudità, avvolti in un lenzuolo termico, che tremano e si tengono per mano”, ha scritto il medico ravellese.
Il medico ha continuato a ricordare i momenti strazianti in cui il marito della turista deceduta è stato medicato e i due figli sono stati rifocillati dai sanitari di Castiglione. Ha descritto la voglia di agire dei soccorritori per provare a lenire l’impatto della tragedia, ma anche il grande senso di impotenza che hanno provato.
“Hai voglia di invocare freddezza e lucidità. Hai voglia di pensare che hai visto di tutto nella tua vita e che nulla mai più potrà toccarti”, ha scritto Di Palma, sottolineando come anche un medico navigato come lui possa crollare davanti all’ineluttabilità del destino.
Il medico ha raccontato di come ha favorito la vicinanza tra i bambini e il genitore distrutto, che continuava a dire ai suoi figli: “I love you, i love you”. Una scena davvero difficile da sopportare, anche per un medico che ha visto molte tragedie nella sua carriera.
“In quel momento, il sentimento umano, la fragilità hanno il sopravvento e, non sai cosa daresti per lenire il dolore. Quella scena, quei momenti, mi hanno tenuto compagnia un’intera notte. Un momento di gioia, la vacanza, tanto attesa, non può né dovrebbe tramutarsi in tragedia”, ha concluso Di Palma.
Il medico ha espresso la speranza che il tempo possa lenire le ferite e ha concluso dicendo di pregare e sperare.