Il Centro di riferimento regionale per le malattie degli animali domestici (C.Re.San.) ha lanciato un allarme riguardo a possibili suini sfuggiti alle ispezioni. I Servizi veterinari regionali e locali e i Carabinieri della Forestale stanno intensificando i controlli sugli allevamenti suinicoli commerciali e familiari di provenienza ignota e detenuti illegalmente. In pochi giorni, all’interno della zona infetta, sono stati sequestrati e abbattuti 16 suini che non risultavano tracciabili. La legge prevede una multa base di 3.000 euro per ogni suino detenuto illegalmente.

La lotta alla peste suina prevede l’individuazione delle carcasse di cinghiali, il depopolamento e macellazione dei cinghiali, nonché la macellazione dei suini nella zona infetta, presenti negli allevamenti commerciali e di quelli a conduzione familiare registrati. Questa misura è necessaria per evitare che il virus possa attecchire e diffondersi. Tuttavia, è emerso un altro fenomeno preoccupante: la presenza nella zona infetta di suini non tracciabili. Se gli animali sono di provenienza ignota e detenuti illegalmente, sono previste dure sanzioni per i proprietari, come una multa di 3.000 euro per ogni capo, l’abbattimento del suino e il sequestro sanitario. Ad oggi sono stati trovati 16 suini senza identificazione, ma le attività di controllo continueranno senza sosta nelle prossime settimane.

La tracciabilità degli animali è alla base della lotta alla peste suina. La mancanza di tracciabilità rappresenta un grave rischio per la diffusione ed espansione della malattia. La tracciabilità, insieme alle norme di biosicurezza degli allevamenti, è fondamentale anche per le fasi successive all’eradicazione della malattia, al fine di controllare e preservare il patrimonio zootecnico suinicolo. Questo è quanto chiarisce l’Ente di controllo.

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