NAPOLI. Le testimonianze delle due bambine di Caivano, vittime di una brutale violenza sessuale di gruppo lo scorso estate, sono schegge di puro orrore. Una delle bambine ha raccontato di essere stata costretta a praticare sesso orale da Paky, mentre cercava di opporsi ma veniva minacciata. Aveva paura perché i suoi amici avevano sempre delle armi con loro. È grazie al loro coraggio che l’inchiesta sulla paranza del Parco Verde è decollata rapidamente, portando all’arresto di sette minorenni e due maggiorenni. L’indagine è stata condotta dai carabinieri, che hanno ricostruito con precisione gli orribili fatti accaduti tra giugno e luglio scorsi. Tutto è iniziato con una segnalazione anonima su Instagram al fratello di una delle vittime. Il messaggio ha rivelato gli orrori che si perpetravano a Caivano da mesi. I genitori delle bambine hanno acquisito le prime informazioni dalle figlie, che inizialmente hanno riferito solo una parte degli abusi subiti, ma hanno parlato anche di minacce, violenze e dei video girati senza consenso. Queste dichiarazioni sono state trasformate in una denuncia formale ai carabinieri, che hanno identificato due ragazzi responsabili della registrazione dei video, configurando per loro la produzione di materiale pedopornografico. Sono stati individuati cinque video di interesse investigativo sui dispositivi sequestrati agli indagati. Le violenze si sono consumate in due diverse location: una capanna abbandonata all’interno della villa comunale e una casupola situata nella zona dei Cappuccini. Tutto è iniziato quando una delle vittime ha iniziato una relazione con uno dei minorenni. È stata costretta ad avere rapporti sessuali completi e non consenzienti, di fronte agli altri membri del gruppo. Le bambine hanno deciso di cambiare location, ma il copione si è ripetuto con un’altra comitiva di ragazzi. Il 3 agosto sono iniziati i rilievi sulle scene del crimine e le due ragazzine hanno identificato tutti e nove gli aggressori, mettendo fine all’orrore di Caivano.

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