Un commerciante è stato denunciato e sono stati sequestrati circa 40 chili di pesce conservato male. Ostriche, calamari, alici e molte altre varietà venivano vendute come “pesce fresco”, ma in realtà gli alimenti erano stati precedentemente congelati e poi scongelati per essere esposti sui banchi del negozio, dopo essere stati conservati in pessime condizioni. Questo è il quadro allarmante che è emerso dopo i controlli effettuati dalle forze dell’ordine e dal personale sanitario in una pescheria di Foglianise. Sul posto sono intervenuti i militari del Nucleo Investigativo Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Benevento, insieme alla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Torre del Greco e ai medici della ASL sannita.
La scoperta delle pessime condizioni dei prodotti venduti come freschi è avvenuta durante le attività di controllo volte a verificare la corretta commercializzazione dei prodotti ittici presenti sugli scaffali pronti per essere venduti e presentati ai clienti come “pesce fresco”. Durante i controlli presso l’attività commerciale nel centro della Valle Vitulanese, i militari hanno rilevato che gli alimenti non erano conformi alle specifiche normative in materia. In particolare, dopo accurati accertamenti, è stato constatato anche che il pesce destinato alla vendita era conservato in pessime condizioni, in bacinelle di plastica. Inoltre, è stato accertato che nonostante fossero stati presentati come pesce fresco, i pesci erano in realtà congelati e già in fase di scongelamento. L’addetto alle vendite avrebbe addirittura invitato i clienti a congelarlo, un comportamento grave e pericoloso per il consumatore finale. Dopo gli accertamenti, i carabinieri hanno proceduto al sequestro preventivo, convalidato ieri, di circa 40 chilogrammi di prodotti ittici, tra cui calamari, alici, ostriche e mazzancolle, con disposizione di smaltimento immediato. Inoltre, il titolare dell’attività commerciale è stato denunciato in stato di libertà e dovrà rispondere di tentata frode nell’esercizio del commercio.
Quest’ultimo episodio legato al mercato ittico non è un caso isolato. Nei mesi scorsi, a giugno, dopo alcuni casi di intossicazione in diverse province campane e pugliesi (tra cui anche Benevento), sono finite in carcere 11 persone. Tra le accuse c’era quella di alterare il pesce, soprattutto il tonno, per ottenere colore e aspetto più invitanti tramite l’uso di additivi nocivi per la salute. Inoltre, per “confondere” i controlli, veniva mescolato il prodotto fresco con quello congelato.