L’isola di Ischia sta affrontando un grave problema legato all’abbruciamento di sterpaglie, che sta causando l’emissione di polveri sottili nocive per la salute umana. Nonostante le denunce e le proteste dei cittadini, sembra che questa pratica sia ancora diffusa e non rispetti le norme stabilite dalle ordinanze sindacali.
Le condizioni meteorologiche degli ultimi giorni, caratterizzate da tempo stabile, bassa probabilità di precipitazioni e temperature sopra la media, hanno favorito l’accumulo di materiale particolato aerodisperso, come le polveri sottili conosciute come Pm10. Queste particelle sono sospese nell’aria e possono penetrare nell’apparato respiratorio umano, causando gravi problemi di salute, soprattutto per anziani, bambini e persone affette da malattie cardiopolmonari croniche.
Una residente del Comune di Ischia ha lanciato una campagna di sensibilizzazione online per richiamare l’attenzione sul problema e chiedere maggiori controlli da parte dei Comuni. Inoltre, propone di prorogare il termine di via libera all’abbruciamento di materiale vegetale agricolo, seguendo l’esempio di alcune regioni italiane come la Toscana, al fine di evitare incendi boschivi che causano danni all’ambiente.
È anche necessario limitare o vietare l’uso dei fuochi d’artificio in determinate condizioni atmosferiche, come previsto dal codice dell’ambiente. Infatti, l’articolo 182 comma 6-bis del codice stabilisce che l’abbruciamento di materiali vegetali agricoli e forestali è vietato nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi dichiarati dalle regioni. Inoltre, i comuni e le altre amministrazioni competenti hanno la facoltà di sospendere, differire o vietare la combustione all’aperto quando sussistono condizioni sfavorevoli per la salute umana e l’ambiente.
È quindi fondamentale che vengano presi provvedimenti immediati per contrastare questo fenomeno e proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente dell’isola di Ischia. Speriamo che le autorità competenti ascoltino le richieste dei cittadini e agiscano di conseguenza.