Operazione antidroga a Gioia Tauro: 11 arresti e un arsenale sequestrato
La scorsa notte si è scatenata un’operazione antidroga a Gioia Tauro, dove 11 persone sono state arrestate dai carabinieri. L’operazione è stata eseguita in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura di Palmi, diretta da Emanuele Crescenti.
Nove degli indagati sono stati portati in carcere, mentre due sono stati posti ai domiciliari. Il blitz dei carabinieri, nell’ambito dell’inchiesta “Smart delivery”, ha coinvolto non solo la provincia di Reggio Calabria, ma anche quelle di Benevento, Vibo Valentia e Siracusa.
Gli indagati sono accusati di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope. Secondo le indagini dei carabinieri della compagnia di Gioia Tauro, tra agosto 2020 e giugno 2022, un gruppo di persone originarie di alcuni comuni della Piana si sarebbe occupato di gestire lo spaccio di cocaina, marijuana e crack in varie località, utilizzando un sistema ben organizzato.
Durante il periodo di lockdown per l’emergenza Covid, la droga veniva consegnata direttamente a domicilio nella Piana di Gioia Tauro. Da qui il nome “Smart delivery” dato all’operazione condotta dai carabinieri che hanno arrestato undici persone in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta del procuratore di Palmi Emanuele Crescenti.
Complessivamente sono 23 gli indagati, accusati, a vario titolo, di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Nove di loro sono finiti in carcere: Domenico Laganà di 28 anni residente a Gioia Tauro, Antonio Paladino (41) di Rosarno, Francesco Cosoleto (45) di Gioia Tauro, Rosario Caminiti (42) di Rosarno, Michele Pronestì (48 anni) di Polistena, Mario Martorano (26) di Rosarno, Fortunato Martorano (24) di Rosarno, Domenico Scarmato (55) di Rosarno e Andrea Facciolo (22) di Rosarno. Ai domiciliari sono finiti Alessandro Laversa (42) residente a Rizziconi, e Antonio Larosa (45) di Taurianova.
L’indagine è partita da alcune informazioni raccolte nel 2020 da una pattuglia dei carabinieri, durante un intervento per una lite familiare. In quell’occasione, i carabinieri si accorsero che la lite era legata a un debito legato al traffico di stupefacenti. Grazie alle intercettazioni e all’attività di indagine, i carabinieri sono riusciti a ricostruire numerosi episodi di detenzione e vendita di cocaina, marijuana e crack. L’inchiesta della Procura di Palmi ha portato alla scoperta di due piazze di spaccio, una a Rosarno e una a Gioia Tauro. Sono stati individuati anche alcuni “posti sicuri” in cui gli indagati tenevano la droga a Rizziconi.
I pubblici ministeri hanno riscontrato più di cento episodi di spaccio documentati, rilevando un voluminoso giro di affari e clienti gestito da soggetti ritenuti vicini agli ambienti della ‘ndrangheta. Questi soggetti utilizzavano vari espedienti per evitare i controlli delle forze di polizia, come l’intestazione delle schede telefoniche a cittadini stranieri o a persone inesistenti. Invece di recarsi dallo spacciatore, i clienti concordavano la consegna della droga, anche telefonicamente o tramite i social media, che avveniva direttamente a domicilio.
Inoltre, uno dei indagati, Antonio Paladino, è stato contestato il reato di morte come conseguenza di altro delitto. Nel 2021, infatti, un uomo di 56 anni è morto dopo aver acquistato e successivamente assunto per endovena cocaina pura all’82,4% da lui.
Durante le indagini, è stato anche sequestrato un vero e proprio arsenale all’interno di una casa apparentemente abbandonata. All’interno di un secchio di plastica, ben nascosti da diversi strati di cellophane, sono stati trovati una mitraglietta Uzi, perfettamente funzionante e fornita di caricatori e proiettili, un ordigno artigianale improvvisato e 4 chili di polvere pirica.