Il femminicidio-suicidio avvenuto a Rivoli, Torino, sta prendendo forma man mano che passano le ore. Una vicina di casa di Agostino Annunziata e Annalisa D’Auria, entrambi originari del Salernitano, rivela l’inferno che la giovane madre ha vissuto prima di essere uccisa a coltellate dal suo compagno, che successivamente si è tolto la vita gettandosi da un silos dell’azienda in cui lavorava a Orbassano, sempre a Torino.
La vicina di casa, visibilmente commossa, racconta una scena che le pesa sul cuore come un macigno: “Lui era arrabbiato perché lei non gli aveva risposto al telefono e l’ha trattata male per farsi dare il cellulare e controllarlo”. Prima di commuoversi, la vicina ha ammirato una foto della coppia. La distanza tra la casa della morte e l’azienda è di soli pochi chilometri. Chi conosceva Annunziata, anche al di fuori dell’orario di lavoro, afferma che sembravano una famiglia unita, sempre abbracciati e baciati.
Annalisa lavorava nella mensa di un istituto agrario a Pianezza ed era originaria di Nocera Inferiore, mentre lui, attualmente operaio, era di Pagani. La donna è stata trovata senza vita dai carabinieri con una profonda ferita alla gola causata da un’arma da taglio, un coltello da cucina ritrovato in casa dagli inquirenti.
Annunziata, invece, è salito in auto con la loro figlia di 3 anni e verso le 6:45 è andato al lavoro a Orbassano, presso la Massifond di via Circonvallazione esterna, una fonderia che opera nel settore automobilistico, a circa venti minuti di auto di distanza.
Prima di lasciare l’abitazione, l’uomo avrebbe chiamato sua madre in Campania. È stata proprio lei a chiamare immediatamente il 118, che a sua volta ha avvertito i carabinieri. I militari, arrivati nell’abitazione della coppia, hanno trovato la vittima. A Orbassano, secondo i testimoni, i due sono entrati in fabbrica mano nella mano.
L’uomo ha poi incontrato un collega e gli ha dato la bambina, dicendogli che si sarebbe allontanato solo per pochi minuti. A questo punto, ha chiamato il 112 annunciando le sue intenzioni suicidarie. Poi si è gettato da un silos poco distante mentre i carabinieri erano in arrivo.
La bambina sta bene, ma è stata portata all’ospedale Regina Margherita da un parente e collega che si è precipitato in azienda per controllare la situazione. La bambina non ha riportato lesioni fisiche, ma preoccupano i medici le possibili conseguenze psicologiche. Ora sarà affidata a un parente che arriverà da Milano. La donna uccisa aveva anche un’altra figlia, nata da una relazione precedente.
Agostino Annunziata era un ex militare dell’esercito, si era congedato ed era stato assunto alla Massifond di Orbassano, dove lavorava nel reparto staffatura. Ai suoi colleghi non aveva mai parlato di problemi familiari e sembrava molto sportivo. “Quello che è successo è incredibile”, afferma una delle persone intervistate.
Si è appreso che l’uomo aveva recentemente scontato un anno agli arresti domiciliari nella stessa casa a causa di problemi legati alla droga, prima di essere affidato in prova.