Un terribile episodio di violenza si è verificato lo scorso anno a Santa Maria Capua Vetere, quando una donna ucraina di 33 anni, Anastasia Hariri, ha accoltellato il suo amante di fronte alla moglie e al loro bambino di soli due mesi. L’aggressione è avvenuta sulle scale dell’abitazione della coppia, in un palazzo di via Lincoln.

L’uomo è stato ferito gravemente con cinque coltellate, riportando lesioni al pancreas, al polmone e allo stomaco. La prognosi è stata riservata per diverse settimane. Fortunatamente, le ferite riportate dalla moglie sono state meno gravi.

Anastasia Hariri è stata condannata a dodici anni e mezzo di carcere con l’accusa di duplice tentato omicidio. La donna aveva una relazione con l’uomo, da cui aveva anche avuto una figlia. Tuttavia, quando ha scoperto che l’amante era già sposato, è stata presa dalla rabbia e ha minacciato di fare del male alla moglie.

L’aggressione è avvenuta quando Anastasia ha attirato l’amante con la scusa che la loro figlia non stesse bene a seguito di una caduta. Nel frattempo, la moglie trentenne è arrivata con il bambino e la donna ha seguito la coppia sulle scale, dove ha estratto un coltello da cucina e si è scagliata contro l’amante e la moglie. Prima dell’aggressione, aveva minacciato di uccidere la moglie e di voler finire in carcere.

Attualmente, Anastasia Hariri si trova agli arresti domiciliari, difesa dall’avvocatessa Eva Scialdone. La richiesta del pubblico ministero era stata di 12 anni di carcere senza attenuanti, ma i giudici del tribunale hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante della premeditazione, facendo cadere i futili motivi e l’aggravante della presenza del figlio minore.

La difesa ha annunciato che presenterà ricorso in appello dopo aver ricevuto la motivazione della sentenza. Nel processo, l’avvocato Alessandro Dell Valle rappresenta la parte civile.

È un episodio di violenza estrema che ha sconvolto la comunità di Santa Maria Capua Vetere. È importante combattere e prevenire simili atti di violenza, garantendo la giustizia per le vittime e promuovendo una cultura di rispetto e non violenza.

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