Il terremoto del 23 novembre 1980: una tragedia che ancora oggi non si dimentica

Il 23 novembre 1980, alle ore 19:34, una domenica come tante altre, l’Italia venne colpita da un terremoto devastante. Mentre in televisione veniva trasmessa la replica di Inter – Juventus sul primo canale e un film per ragazzi sulla seconda rete, la terra iniziò a tremare. La scossa, di magnitudo 6,9 sulla scala Richter, partì da 30 chilometri di profondità e causò distruzione e morte in molte località dell’Irpinia e del Vulture.

In un solo minuto e ventinove secondi, case crollarono, presepi dell’Appennino furono distrutti e casermoni malfatti delle periferie si sgretolarono. Le città più colpite furono Avellino, Salerno, Napoli e Potenza. I comuni di Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Torella dei Lombardi, Conza della Campania, Teora, Laviano, Baronissi e altri 29 furono completamente rasi al suolo.

Il bilancio fu drammatico: 2.914 morti, 8.848 feriti e 280.000 sfollati. Le prime squadre di soccorso che si sono recate nei paesi colpiti hanno subito compreso l’entità della tragedia. Solo a Roma, la Protezione Civile nacque in seguito a questa catastrofe. La richiesta di aiuti e di investimenti per la ricostruzione fu enorme, ma le leggi che regolamentarono l’opera di ricostruzione furono complesse e spesso inadeguate.

Dopo 43 anni, la paura e il dolore per quel terremoto non si dimenticano. Le persone che hanno vissuto quel giorno ancora piangono. La scossa durò solo ottanta secondi, ma sembrò un incubo interminabile. Molti si ritrovarono per strada, in pigiama, con l’unico pensiero di raggiungere il mare per sentirsi al sicuro. La spiaggia di Santa Teresa divenne un rifugio, nonostante la situazione non fosse affatto sicura.

All’alba, si comprese l’entità della tragedia. Località lontane da Salerno, come l’Alto Sele, furono fortemente danneggiate. Le case dei contadini e le abitazioni che non rispettavano le norme sismiche crollarono. Non c’era una rete di soccorsi adeguata a far fronte a una catastrofe di tale portata. Il terremoto del 23 novembre 1980 è stato definito “la notte che trema”, un evento che rimarrà nella memoria collettiva del paese.

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