I diserbanti sono prodotti chimici utilizzati per eliminare le erbe infestanti e favorire la crescita delle colture. Tra questi, il glifosato è uno dei più diffusi e utilizzati al mondo. Tuttavia, negli ultimi anni si sono sollevate preoccupazioni riguardo alla sua sicurezza e alla sua potenziale cancerogenicità.
In Italia, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha rilevato la presenza di oltre 175 pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee. Tra questi, il glifosato e il suo metabolita AMPA sono risultati tra le sostanze che hanno superato i limiti di legge. Questo significa che tali sostanze sono presenti nelle nostre acque, con possibili conseguenze per la salute umana e l’ambiente.
Uno studio condotto su ratti sembrava aver dimostrato la cancerogenicità del glifosato. Tuttavia, l’articolo è stato in seguito ritrattato per problemi di metodo e i dati non sono stati replicati in studi successivi di qualità superiore. Nonostante ciò, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione ha classificato il glifosato come un probabile cancerogeno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) hanno espresso pareri più rassicuranti, ma hanno comunque sottolineato la necessità di adottare misure di cautela. Ad esempio, è stato raccomandato di vietare l’uso del glifosato in aree densamente popolate e di riesaminare i livelli massimi di residui di questa sostanza negli alimenti.
Alcuni Paesi europei hanno preso decisioni riguardo all’uso del glifosato. La Francia si è prefissa l’obiettivo di ridurne l’utilizzo e di eliminarlo completamente nel giro di pochi anni. Allo stesso modo, l’Olanda ha vietato la vendita del glifosato ai privati per uso domestico. Tuttavia, nell’Unione Europea, l’uso del glifosato come diserbante è stato nuovamente approvato fino al 2022, ma con alcune limitazioni.
In conclusione, nonostante le controversie e le diverse opinioni scientifiche, l’utilizzo del glifosato come diserbante è ancora ampiamente diffuso. È importante continuare a monitorare attentamente la sua presenza nell’ambiente e ad adottare misure di precauzione per proteggere la salute umana e l’ecosistema.