Il Tribunale di Napoli ha emesso una sentenza storica a favore di Sergio Mattera, un ex ferroviere sopravvissuto al cancro causato dall’amianto. L’Inail è stato condannato a indennizzarlo con centomila euro e a pagargli una rendita mensile di mille euro per il resto della sua vita. Questa decisione è un riconoscimento al coraggio di Mattera, che ha combattuto contro l’amianto insieme all’Osservatorio Nazionale Amianto. Ora, con l’assistenza legale del presidente dell’associazione, avvocato Ezio Bonanni, Mattera avvierà una richiesta di risarcimento alle Ferrovie dello Stato.

Mattera è nato e vive a Napoli e ha lavorato come macchinista nelle Ferrovie per 35 anni. Durante il suo lavoro, non si occupava solo della conduzione dei treni, ma anche del controllo dei mezzi di trazione. Purtroppo, i locomotori erano isolati con amianto e i rivestimenti erano usurati. Inoltre, utilizzava attrezzi per eliminare le incrostazioni, senza l’utilizzo di dispositivi di protezione, in ambienti non areati. Una perizia del CTU ha confermato l’esposizione prolungata al rischio dell’amianto.

Bonanni sottolinea che Mattera è fortunato perché molti suoi colleghi sono deceduti a causa dell’amianto. L’avvocato critica l’Inail e le Ferrovie dello Stato per negare i diritti delle vittime e costringerle ad azioni legali lunghe e faticose. È ormai documentato che le Ferrovie dello Stato e le linee locali hanno fatto largo uso di amianto fino agli anni ’80, sia nei rotabili ferroviari che nelle infrastrutture. Nel periodo in cui Mattera lavorava, l’amianto era presente anche nelle massicciate ferroviarie provenienti dalla cava di Balangero, chiusa definitivamente nel 1990.

L’impatto dell’amianto sui dipendenti delle Ferrovie dello Stato è confermato dai dati epidemiologici del VII Rapporto ReNaM, che registra 696 casi di mesotelioma tra i dipendenti delle Ferrovie. È importante che i diritti delle vittime vengano riconosciuti e che si faccia tutto il possibile per prevenire future esposizioni all’amianto.

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