Un imprenditore napoletano si è rivolto agli usurai per cercare di affrontare la crisi economica causata dalla pandemia, ma si è trovato ad accumulare un debito di circa 100mila euro. Oggi i carabinieri della Compagnia Napoli Bagnoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di sei persone, su richiesta della Procura, emessa dal gip del Tribunale di Napoli. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di usura aggravata in concorso, estorsione e tentata estorsione aggravata ai danni di quest’imprenditore, che è anche referente del Partito Democratico.
Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, Carlo Capezzuto, 73 anni, e Giuseppe Barretta, 39, sono finiti in carcere, mentre Nicola Siano, 47, e Giovanni Minopoli, 46, sono agli arresti domiciliari. Altre due persone sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli e condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia Bagnoli tra aprile e luglio 2023, sono iniziate a seguito della denuncia presentata dall’imprenditore locale, proprietario di un’azienda di assistenza su prodotti informatici e referente del Partito Democratico di Soccavo. L’imprenditore si era indebitato con una serie di usurai per ottenere prestiti necessari per sostenere la sua attività economica, che era entrata in crisi a causa della pandemia da Covid-19.
Grazie alle dichiarazioni della vittima e all’analisi delle chat presenti sullo smartphone dell’imprenditore, i carabinieri e la Procura di Napoli sono riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei sei indagati. In particolare, la vittima è stata costretta a restituire un totale di circa 100mila euro, al netto degli interessi, per prestiti che andavano dai 6mila ai 71mila euro.
Durante le operazioni, i carabinieri di Bagnoli, delegati dall’Autorità giudiziaria, procederanno anche al sequestro preventivo dei conti correnti degli indagati. Questo intervento rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro l’usura e l’estorsione, fenomeni che purtroppo sono ancora diffusi nella nostra società. La pandemia ha messo in evidenza le difficoltà economiche di molte persone, ma è fondamentale ricordare che rivolgersi agli usurai non è la soluzione. È importante promuovere l’informazione e l’accesso a fonti di finanziamento legittime, al fine di evitare situazioni di indebitamento e sfruttamento.
È auspicabile che casi come questo vengano sempre più perseguiti e che le vittime di usura e estorsione possano trovare giustizia. Inoltre, è necessario continuare ad educare la popolazione sui rischi connessi all’indebitamento e all’affidamento a soggetti non autorizzati. Solo così potremo contrastare efficacemente questi fenomeni e tutelare la sicurezza economica dei cittadini.