Circa 180 anni di carcere, 111mila euro di multa e tre assoluzioni. Queste sono le condanne disposte dal giudice Nicoletta Campanaro del tribunale di Napoli nei confronti dei 30 imputati coinvolti nell’operazione dei carabinieri di Caserta sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi. Tra gli imputati ci sono membri delle fazioni Schiavone e Bidognetti.
Le condanne più pesanti sono state inflitte a Giovanni Della Corte, alias Cucchione, con 13 anni di carcere, e a Gianluca Bidognetti, alias Nanà, e Nicola Garofalo, detto Lino Badoglio, con 12 anni di carcere ciascuno. Altri imputati hanno ricevuto condanne che vanno dai 11 ai 4 anni di carcere. Invece, tre persone sono state assolte.
Gli imputati sono stati accusati di associazione di stampo mafioso e di vari altri reati, tra cui estorsioni, traffico di droga e controllo delle attività di spaccio. Durante le indagini è emersa l’operatività delle due fazioni del clan dei Casalesi, che avevano mantenuto una sostanziale autonomia ma avevano concordato il ripristino di una “cassa comune”. Inoltre, è stato scoperto che un membro del clan aveva pianificato e realizzato le dinamiche criminali della fazione Schiavone per garantire il controllo del territorio e il reperimento di denaro.
Per quanto riguarda il gruppo Bidognetti, è emerso che i figli del boss storico avevano organizzato il clan. Gianluca Nanà Bidognetti, nonostante fosse detenuto, avrebbe impartito ordini e direttive utilizzando telefoni cellulari illegalmente introdotti in carcere. Le altre due figlie del capoclan avrebbero continuato a percepire denaro dalle attività criminali.
Il gruppo dei Bidognetti controllava le agenzie di onoranze funebri dell’agro aversano grazie a accordi criminali stretti negli anni Ottanta. Svolgeva anche attività usuraie e aveva accesso a armi per intimidire e controllare il territorio.
Nel processo sono stati impegnati diversi avvocati nella difesa degli imputati. Le indagini sono durate oltre tre anni e hanno permesso di smantellare l’organizzazione criminale dei Casalesi.