Assolti per non aver commesso il fatto. Questa è stata la sentenza pronunciata dal giudice monocratico Norma Cardullo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di P.S, 56enne, e C.C. 44enne, entrambi di Marcianise, accusati di appropriazione indebita e ricettazione.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nell’agosto 2016, P.S., in qualità di procacciatore d’affari per una ditta specializzata nei servizi di vigilanza, si era appropriato di un assegno di 2.773 euro emesso da una ditta di costruzioni. L’assegno non riportava il nome del beneficiario ma era destinato alla ditta di vigilanza per il pagamento dei servizi offerti. Nello stesso giorno, P.S. aveva consegnato l’assegno a C.C., il quale era consapevole della sua provenienza illecita secondo l’accusa.
I legali dei due imputati, gli avvocati Pasquale Delisati e Umberto Elia, hanno dimostrato l’innocenza dei loro assistiti. La tesi difensiva è stata accolta dal giudice monocratico che ha deciso di assolverli.
Questa sentenza mette in luce l’importanza di una corretta difesa legale e della presunzione di innocenza. È fondamentale che ogni imputato abbia la possibilità di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, così come è accaduto in questo caso.
È sempre necessario affidarsi a professionisti del diritto per tutelare i propri diritti e garantire una giusta e imparziale decisione da parte della magistratura. La figura dell’avvocato è fondamentale per garantire una corretta difesa e per far valere i propri diritti in ogni fase del processo.
In conclusione, la sentenza di assoluzione pronunciata nei confronti di P.S. e C.C. dimostra l’importanza di una corretta difesa legale e sottolinea il principio fondamentale della presunzione di innocenza. Ogni imputato ha il diritto di essere considerato innocente fino a prova contraria e di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati.