Carcere di Avellino, condanna per medico che contrabbandava droga e telefoni in carcere

Un medico di trentaquattro anni, che lavorava presso il carcere “Antimo Graziano” di Avellino e originario di Marcianise, è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa dal GUP del Tribunale di Avellino, Giulio Argenio, dopo le discussioni legali tra la Procura e la difesa, rappresentata dagli avvocati Domenico Farina e Rolando Iorio. Attualmente, il medico si trova agli arresti domiciliari.

L’arresto è avvenuto lo scorso settembre durante un controllo condotto dalla Squadra Mobile di Avellino. Durante una perquisizione personale eseguita dagli agenti su ordine del vicequestore Gianluca Aurilia, sono state scoperte nella borsa medica due confezioni di sigari, apparentemente sigillate, che in realtà contenevano due panetti di hashish, per un totale di 98,25 grammi, insieme a 4 mini telefoni cellulari e relativi cavi, presumibilmente destinati ai detenuti della Casa Circondariale.

Questo episodio conferma ancora una volta la presenza di un traffico illegale all’interno delle carceri, che rappresenta una grave violazione delle norme e dei regolamenti penitenziari. Il ruolo del medico, che avrebbe dovuto garantire la salute e il benessere dei detenuti, si è trasformato in una fonte di approvvigionamento di sostanze stupefacenti e mezzi di comunicazione illeciti.

È importante che le autorità competenti intensifichino i controlli e le misure di sicurezza all’interno delle carceri, al fine di prevenire e contrastare questi illeciti. È altrettanto fondamentale che vengano adottate misure disciplinari e punitive adeguate nei confronti di coloro che si rendono responsabili di tali reati, al fine di garantire la corretta amministrazione della giustizia e la tutela dei diritti dei detenuti.

Inoltre, è necessario investire nella formazione e nella sensibilizzazione del personale penitenziario, affinché possano riconoscere e segnalare tempestivamente eventuali casi di corruzione o traffico di sostanze illecite. Solo attraverso un impegno congiunto delle istituzioni e della società civile sarà possibile garantire un ambiente carcerario sicuro e rispettoso delle leggi.

Infine, è fondamentale offrire programmi di riabilitazione e reinserimento sociale per i detenuti, al fine di ridurre la recidiva e promuovere una reale rieducazione. Solo attraverso un approccio olistico e una collaborazione tra le diverse figure professionali coinvolte sarà possibile costruire un sistema penitenziario più efficace e giusto.

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