Un’avvocatessa civilista del Foro di Benevento è stata accusata di aver indotto in errore il Giudice di Pace, portando alla condanna di due gestori di telefonia al risarcimento di decine e decine di utenti telefonici. Dopo indagini coordinate dalla Procura di Benevento, la donna ha ricevuto un’ordinanza di divieto temporaneo di esercitare la professione forense per un anno, emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli su appello proposto dalla Procura sannita e confermata dalla Corte di Cassazione.

L’indagine è stata avviata dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Montesarchio nel 2019, a seguito delle querele presentate da due gestori di servizi di telefonia nei confronti dell’avvocatessa, che segnalavano gravi anomalie in centinaia di ricorsi seriali presentati dalla stessa di fronte al Giudice di Pace per conto di vari clienti. Tali ricorsi si basavano sulla mancata consegna dei contratti telefonici agli utenti, nonostante le richieste avanzate. Gli operatori telefonici venivano quindi condannati al pagamento delle spese di lite in favore dell’indagata, quale procuratore antistatario, pari a circa 246,50 euro per ogni contratto telefonico non esibito.

Tuttavia, si è scoperto che le richieste presentate dall’indagata agli operatori telefonici per ottenere la consegna dei contratti telefonici erano prive di una formale delega e del documento di identità del cliente. Nessun utente aveva mai conferito alcun incarico alla professionista, in quanto gli asseriti clienti disconoscevano le sottoscrizioni apposte sulle procure alle liti. In molti casi, gli stessi negavano di avere mai avuto la disponibilità delle utenze telefoniche indicate nei ricorsi. Pertanto, i ricorsi per decreto ingiuntivo presentati dalla professionista si basavano su procure false, in quanto mai sottoscritte dai clienti.

Questa vicenda dimostra l’importanza dell’etica professionale nella pratica forense e la necessità di agire sempre nell’interesse dei propri clienti in modo leale e trasparente. La professione forense deve essere svolta con la massima serietà e professionalità, rispettando sempre la legge e i principi etici che la regolamentano. Solo così si può garantire la giustizia e la tutela dei diritti dei cittadini.

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