Il Tribunale di Avellino ha emesso una sentenza di assoluzione per il caso di falso in bilancio del 2013. Il dirigente comunale, Gianluigi Marotta, insieme all’assessore comunale Angelina Spagnuolo e ai revisori contabili Antonio Savino, Ottavio Baretta e Antonio Pellegrino sono stati tutti assolti perché il fatto non costituisce reato. Il pubblico ministero aveva chiesto due anni di reclusione per Marotta, ma la pena è stata sospesa. La motivazione della sentenza verrà resa nota tra 90 giorni.

Secondo l’accusa, i quattro imputati non potevano essere a conoscenza dei parametri del deficit strutturale dell’ente e per questo motivo sarebbero stati coinvolti nel falso in bilancio. Tuttavia, Marotta ha difeso la sua posizione sostenendo che i pignoramenti e le procedure esecutive nel Bilancio 2013 non superavano i 90mila euro, mentre la soglia per il Comune di Avellino era di 250mila euro.

L’inchiesta sulle presunte irregolarità nel bilancio del 2013 è stata chiusa nel 2017 e il caso è stato sollevato inizialmente durante un consiglio comunale. Il capogruppo de «La svolta inizia da te» Costantino Preziosi presentò un esposto negli uffici della Procura di Avellino evidenziando una serie di inadempienze contabili. Nonostante le accuse, il Tribunale ha deciso di assolvere tutti gli imputati.

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