La difesa in aula ha chiesto l’assoluzione per gli imputati nel processo Aste Ok a Avellino. Durante l’udienza fiume, l’avvocato Alberico Villani ha puntato sull’insussistenza di condotte prevaricatorie di tipo camorristico da parte dell’imputato Armando Aprile. Dopo oltre cinque ore di dibattito, l’avvocato ha invocato l’assoluzione per il suo assistito, ristretto nel carcere di Vibo Valentia. Villani ha sottolineato che le aste si sono svolte regolarmente senza interventi tipici della criminalità organizzata.
Anche l’avvocato Fernando Taccone, difensore di Emanuele Barbati, ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, sostenendo che non vi è alcun legame tra Barbati e Armando Aprile. Taccone ha evidenziato che Barbati non conosceva nemmeno Aprile fino al 2018. Inoltre, ha sottolineato che le testimonianze ascoltate in aula confermano che Barbati doveva solo incontrare Aprile e Livia Forte, senza coinvolgimento in attività illegali.
Il difensore Gerardo Santamaria ha difeso Antonio Ciccone e Damiano Genevose, sottolineando l’inattendibilità delle dichiarazioni della denunciante e la mancanza di riscontri e testimonianze. Santamaria ha evidenziato che le versioni fornite dalla presunta vittima sono state smentite dai dipendenti del bar, che hanno raccontato una versione diversa dei fatti. Per Ciccone, l’avvocato ha chiesto l’assoluzione in quanto il fatto non sussiste.
Infine, l’avvocato Claudio Mauriello, difensore di Damiano Geneovese, ha precisato che il suo assistito è accusato di essere il promotore del processo. Tuttavia, durante le testimonianze nessuno ha espresso giudizi nei confronti di Geneovese, che non è mai stato coinvolto in procedimenti mafiosi. Mauriello ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito, sottolineando che non vi sono prove di coinvolgimento in attività illegali.
L’udienza riprenderà il 19 aprile, quando si ascolteranno le difese degli altri imputati.