Il processo per il duplice omicidio Abrunzo-Gaiola si è concluso con un colpo di scena a Napoli: nessun ergastolo per i responsabili del delitto. Il giudice ha condannato i tre imputati a soli 20 anni di reclusione ciascuno, nonostante le prove schiaccianti presentate contro di loro. Il giovane ras del clan Amato-Pagano, Mariano Riccio, insieme ai coimputati Francesco Paolo Russo e Franco Gaiola, ha deciso di confessare prima della sentenza, ottenendo così il riconoscimento delle attenuanti generiche.

Il delitto è avvenuto nel 2012, durante la terza faida di Scampia e Secondigliano. Ciro Abrunzo, noto come “’o cinese”, e Franco Gaiola, detto “’o fachiro”, sono stati uccisi mentre parlavano in corso Sirena a Barra. I killer si erano travestiti da spazzini per non destare sospetti, e avevano agito secondo i piani del ras Mariano Riccio.

Dopo dieci anni di indagini, la giustizia ha finalmente fatto il suo corso e i responsabili sono stati identificati. La polizia ha potuto contare sul contributo di 11 pentiti e sulle prove raccolte dagli investigatori. Mariano Riccio e Carmine Cerrato sono stati individuati come i mandanti del raid, mentre Russo e Bottino sono stati riconosciuti come gli esecutori materiali del delitto.

Nonostante la sentenza non abbia previsto l’ergastolo, la giustizia è stata fatta e i responsabili dovranno scontare una lunga pena di reclusione per il terribile omicidio di Ciro Abrunzo e Franco Gaiola.

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