Fabio Furlan, dopo oltre dieci anni di processo per la sparizione del suo amico Cristofer Oliva, ha ottenuto una nuova assoluzione. La Corte di assise di appello lo ha dichiarato non colpevole delle accuse di omicidio e sparizione del cadavere di Oliva, ma lo ha condannato a sei anni di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti, reato che aveva già ammesso nel 2015. Tuttavia, il processo potrebbe non essere ancora concluso, in quanto la procura generale potrebbe presentare un ulteriore ricorso.

La sparizione di Oliva risale al novembre 2009 e Furlan è stato accusato di averlo ucciso a causa di divergenze legate a una ragazza e alla coltivazione di marijuana da spacciare a Napoli. Le testimonianze degli ex amici di Oliva e le prove indiziarie non sono state sufficienti a dimostrare la colpevolezza di Furlan, che ha sempre negato di aver commesso il delitto.

Gli avvocati di Furlan hanno portato in tribunale nuovi elementi che potrebbero scagionarlo, come il presunto coinvolgimento di Oliva con il narcotraffico e le possibili vendette di rapinatori o di un uomo con cui la vittima aveva avuto una relazione. Il lungo iter giudiziario di Furlan ha visto diverse condanne e ricorsi, ma la sua assoluzione definitiva non è ancora stata confermata.

Il caso di Cristofer Oliva è stato seguito anche dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, che ha analizzato dettagliatamente la vicenda. Nonostante le accuse e le condanne iniziali, Fabio Furlan continua a proclamare la sua innocenza e a lottare per dimostrarla davanti alla legge.

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