Ieri mattina, a Torre Annunziata, una città già alle prese con il commissariamento per presunte infiltrazioni della camorra nella macchina politico-amministrativa, un agguato di camorra in pieno giorno ha portato alla morte di Raffaele Malvone, 29enne del rione Penniniello. L’agguato è avvenuto in via Plinio, a pochi metri dalla chiesa di Sant’Alfonso, dove un anno e mezzo fa fu ucciso un cugino di Malvone, Francesco Immobile.

Malvone, nipote del boss detenuto Francesco Gallo, era tornato in libertà meno di un anno fa, dopo aver scontato una condanna definitiva nell’ambito del maxi processo «Mano nera» alla camorra oplontina. Possibile che l’omicidio sia legato alla faida per la gestione delle forniture di droga alle piazze di spaccio a Torre Annunziata.

Un killer a volto coperto ha fatto fuoco diverse volte tra l’ingresso del minimarket e in strada, non riuscendo ad ammazzare sul colpo Malvone, che è stato soccorso e trasportato all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove è deceduto poco dopo.

Al momento, massimo riserbo sulle attività di indagine, anche se è chiaro che si tratti del più classico agguato di camorra. Le indagini della polizia serviranno a ricostruire lo scenario della camorra locale che sembra aver rialzato il tiro.

Mentre la città si prepara a festeggiare Irma Testa, tornata da Nuova Delhi con una medaglia d’oro ai Mondiali di boxe, l’omicidio di Malvone ci ricorda che la lotta alla camorra è ancora lontana dal concludersi.

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