La giustizia italiana ha emesso una sentenza per il tragico incidente accaduto il 31 ottobre 2015 nella Basilica Pontificia Santa Maria Maggiore a Piedimonte Matese. Due operai, Tammaro Albino e Antonio Atzeri, persero la vita cadendo dal ponteggio sul quale stavano lavorando al restauro della basilica. Il giudice monocratico del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Caparco, ha inflitto condanne a tre persone ritenute responsabili dell’accaduto: Mario Navarra è stato condannato a 3 anni di reclusione, Marco Zoccolillo a 2 anni e 3 mesi e Maria Cristina Volpe a 3 anni.
La sentenza, oltre a condannare i tre imputati, ha stabilito che la diocesi Alife-Caiazzo sia responsabile civile dell’incidente. Questa decisione ha fatto molto discutere, poiché la diocesi non è stata coinvolta direttamente nell’incidente, ma era la proprietaria dell’edificio e quindi responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro.
L’incidente ha causato grande dolore alle famiglie delle vittime e ha evidenziato la necessità di garantire la sicurezza sul lavoro, in particolare in situazioni di rischio come quella del restauro di edifici storici. La sentenza emessa dalla giustizia italiana rappresenta un segnale importante in questo senso, poiché conferma che la sicurezza sul lavoro deve essere una priorità assoluta per tutti, compresi i proprietari degli edifici.
In conclusione, l’incidente accaduto nella Basilica Pontificia Santa Maria Maggiore a Piedimonte Matese ha avuto conseguenze drammatiche per le famiglie delle vittime e ha evidenziato la necessità di garantire la sicurezza sul lavoro. La sentenza emessa dalla giustizia italiana rappresenta un passo importante in questa direzione, poiché sottolinea l’importanza della responsabilità civile dei proprietari degli edifici e della sicurezza sul lavoro come priorità assoluta.