Nel territorio della provincia di Napoli, solo due giorni fa, si è verificato un ennesimo episodio di aggressione nei confronti di una donna, una professionista del servizio di emergenza 118. L’aggressione è avvenuta all’interno dell’ambulanza, mentre la donna stava fornendo le prime cure al paziente ubriaco diretto all’ospedale di Frattamaggiore. La donna ha riportato ferite alla mano.

Il presidente nazionale del Nursing Up, Antonio De Palma, afferma che da tempo si sta studiando questo drammatico fenomeno. L’associazione lavora in collaborazione con i referenti locali e viene supportata dalle indagini dei giornalisti di cronaca nera, con i quali è costantemente in contatto. Da mesi e mesi, vengono denunciate alle istituzioni le gravi situazioni di rischio che gli infermieri del 118 affrontano ogni giorno, soprattutto di notte, durante le loro missioni a casa dei pazienti.

Come i professionisti che lavorano nei pronto soccorso, anche gli infermieri del 118 sono spesso privi di protezione da parte delle forze dell’ordine durante gli orari notturni. Pertanto, rischiano almeno tre volte di più rispetto ad altri infermieri che operano in altri reparti. È evidente che se un cittadino esasperato è capace di distruggere un pronto soccorso, interrompere un servizio pubblico, minacciare un infermiere rubandogli la pistola a una guardia giurata o addirittura rompere un dente a una infermiera indifesa, è facile immaginare cosa sia in grado di fare all’interno della propria abitazione, sentendosi forte e capace di tutto.

Report autorevoli a livello nazionale confermano che almeno una volta nella vita un infermiere del 118 subisce o subirà un’aggressione fisica o una minaccia. Il rischio arriva addirittura al 100%. I dati sulle violenze contro gli infermieri nella sola regione Campania sono agghiaccianti, e siamo solo al 21 gennaio di quest’anno. Nel solo territorio della Asl Napoli 2 nord, si sono registrate ufficialmente 7 aggressioni, arrivando a 11 considerando anche Napoli città e 15 includendo gli ospedali della Asl Napoli 3 sud. Questa situazione ha attirato l’attenzione della prefettura, che ha deciso di aumentare la presenza delle forze dell’ordine nelle strutture sanitarie cittadine. Attualmente, a Napoli, sono presenti agenti presso gli ospedali del Mare, Pellegrini e Giugliano, e sembra che saranno estesi anche a Castellammare, Santobono e San Paolo di Fuorigrotta.

È doveroso riflettere su questa situazione: dobbiamo aspettare che gli episodi raggiungano un livello così grave prima di decidere di rafforzare la sicurezza pubblica? Non siamo affatto soddisfatti che tali interventi arrivino solo dopo un numero così elevato di aggressioni, e è evidente che potrebbero non essere ancora sufficienti. Verificheremo, in base alle nuove disposizioni, insieme ai nostri referenti locali, se gli agenti sono effettivamente presenti negli ospedali citati, anche durante gli orari notturni e i fine settimana. È un passo che dobbiamo fare, perché ora è in gioco la vita degli infermieri.

I cittadini sono esasperati dai crescenti disagi e disservizi che si verificano all’interno degli ospedali. In un clima di mala cultura dilagante, spesso attribuiscono tutte le responsabilità ai professionisti sanitari, dimenticando gli infermieri del 118, in particolare le donne a bordo delle ambulanze. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare di proteggere e valorizzare il loro importante lavoro.

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