Il personale di Polizia Penitenziaria ha effettuato un blitz nella Casa circondariale “Antimo Graziano” di Avellino, scoprendo qualcosa di sorprendente. Durante una perquisizione straordinaria nella cella di un detenuto di origini italiane, sono stati trovati uno smartphone, un microtelefono e numerose spranghe di ferro, probabilmente costruite per aggredire il personale in caso di trasferimento.

Secondo il segretario regionale della Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Tiziana Guacci, il detenuto si barricava ogni sera nella cella usando oggetti e spalliere dei letti per ostacolare l’ingresso del personale. Questi episodi di mancato trasferimento sono spesso causati dal timore di ricorrere all’uso della forza per vincere la resistenza agli ordini impartiti, il che potrebbe portare a denunce per tortura.

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria esprime preoccupazione per la situazione nelle carceri, con troppe aggressioni contro il personale e una carenza di organico. È necessario un intervento legislativo che modifichi il reato di tortura e preveda l’uso della forza per ripristinare la sicurezza all’interno dei reparti. È urgente agire per ristabilire l’ordine e la sicurezza, implementando misure come l’espulsione dei detenuti stranieri e il potenziamento dell’organico della Polizia Penitenziaria.

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