Un’operazione coordinata dagli uffici di Bologna, Napoli e Roma della Procura Europea ha portato allo smantellamento di un’organizzazione criminale che avrebbe evaso l’IVA vendendo prodotti energetici in Italia. L’operazione, chiamata ‘Fuel family’, ha portato all’arresto di otto persone, compresi i capi dell’organizzazione, e al sequestro di beni per circa 300 milioni di euro.
L’inchiesta ha rivelato che un gruppo di almeno 10 persone, alcune legate da legami familiari, avrebbe commesso frodi fiscali nel settore dei carburanti. Cinque persone sono agli arresti domiciliari e tre devono presentarsi alla polizia giudiziaria. Sono accusati di associazione per delinquere, frode fiscale e riciclaggio.
Le indagini hanno rivelato che il carburante proveniva principalmente dalla Slovenia e dalla Croazia ed era venduto in Italia attraverso 41 società fittizie con sede in Campania e Lombardia. Queste società avrebbero evaso l’IVA emettendo fatture per operazioni inesistenti per un valore di oltre 1 miliardo di euro, causando un’evasione fiscale di oltre 260 milioni.
Inoltre, è emerso che sono stati riciclati proventi illeciti per oltre 35 milioni di euro, prima trasferiti su conti correnti di società ungheresi e rumene e poi convertiti in contanti e consegnati agli organizzatori del gruppo. Grazie all’evasione fiscale, i membri dell’organizzazione avrebbero praticato prezzi concorrenziali ai distributori, applicando un “sottocosto” sistematico.
L’operazione è stata condotta dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Verbania, Rovigo, Roma, Napoli e Caserta, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con il II Gruppo Napoli. La Procura europea (EPPO) è un organismo indipendente dell’Unione europea incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che danneggiano gli interessi finanziari dell’UE.