Rinvio con proteste nel processo per la morte di Antonio Pagnano
Nell’ambito del procedimento penale per la morte di Antonio Pagnano, 26 anni, di Colle Sannita, avvenuta il 5 febbraio 2020 dopo diversi interventi chirurgici, si è verificato un rinvio che ha suscitato molte proteste. Il padre del giovane ha urlato “vergogna” in aula di fronte al rinvio del processo al 24 giugno per un difetto di notifica a uno dei due medici indagati, disposto dal giudice Roberto Nuzzo. Anche coloro che si erano radunati davanti al palazzo di giustizia con cartelli, tra cui il sindaco di Colle Sannita Miche Iapozzuto, hanno manifestato la loro delusione. La famiglia del giovane deceduto sta da tempo chiedendo giustizia.
Ieri mattina era in programma una Camera di consiglio dopo che la Procura ha chiesto per la seconda volta l’archiviazione rispetto alla responsabilità dei medici. Gli avvocati che assistono i familiari, Antonio Leone e Francesco Del Grosso, hanno spiegato le motivazioni del rinvio ai familiari e ai manifestanti. La vicenda si protrae da tempo: la Procura aveva chiesto inizialmente l’archiviazione, ma il giudice Gelsomina Palmieri aveva ordinato ulteriori sei mesi di indagini e aveva iscritto come indagati due medici, un chirurgo e un radiologo, che avevano operato il paziente presso la clinica Santa Rita. Dopo il decesso del giovane, i familiari avevano denunciato e il sostituto procuratore Maria Colucci aveva incaricato due medici legali di esaminare le cartelle cliniche. Successivamente si era giunti alla nomina di altri periti tra cui quelli designati dai familiari del deceduto. Ma la Procura aveva concluso per l’archiviazione, sostenendo che non vi erano prove sufficienti per un’azione penale.
Secondo i legali, tutte le consulenze avevano accertato che il decesso era collegato a uno degli interventi. La vicenda era iniziata nel novembre 2019, quando Antonio Pagnano fu operato presso la Nuova Clinica Santa Rita per la rimozione di un linfangioma cavernoso retroperitoneale. Successivamente, a causa di complicazioni, il giovane fu sottoposto a un secondo intervento presso la clinica Santa Rita e poi trasferito all’ospedale San Pio, dove purtroppo è deceduto dopo alcuni mesi. I familiari avevano denunciato non solo l’inadeguatezza degli interventi eseguiti presso la clinica Santa Rita, ma anche l’inidoneità della struttura sanitaria al trattamento della patologia di Antonio.
La lotta per la giustizia continua per la famiglia di Antonio Pagnano, che spera che la verità venga finalmente alla luce e che i responsabili vengano chiamati a rispondere delle proprie azioni.