Le forze dell’ordine sono state alla caccia di Francesco Abbinante per sei mesi, dopo che era riuscito a sfuggire durante un blitz nel quartiere Secondigliano e altri paesi a nord di Napoli. Abbinante era il reggente del clan Abbinante, considerato potentissimo dagli inquirenti per il traffico di sostanze stupefacenti e il racket imposto ai commercianti della zona. Dopo essere stato latitante per tanto tempo, è stato finalmente arrestato in una villa di Castel Volturno, grazie al suo cane bull terrier che lo ha tradito.
I carabinieri avevano sospettato della sua presenza nel quartiere a nord di Castel Volturno e dopo giorni di appostamento, sono riusciti a catturarlo. Abbinante è stato portato nel penitenziario di Secondigliano. Durante l’operazione, è emerso che c’erano stati anche atti incendiari contro due impianti di videosorveglianza in fase di installazione a Bagnara, nell’ambito di un progetto per la legalità voluto dal ministero degli Interni. Questi atti, probabilmente compiuti da persone esperte, hanno danneggiato le centraline operative degli impianti, impedendo la registrazione degli incendi.
I tecnici del Ministero stanno ora studiando un sistema diverso per evitare che ciò possa accadere di nuovo. Questi episodi dimostrano che la lotta all’illegalità è ancora una sfida aperta, soprattutto in luoghi come Bagnara, caratterizzati da degrado e disperazione. La presenza di Abbinante in quella zona conferma che il controllo del territorio è ancora nelle mani di personaggi loschi come lui, ma l’arresto è un segnale importante nella lotta alla criminalità.