Un imprenditore edile a Napoli è stato posto ai domiciliari per aver seppellito illegalmente tonnellate di rifiuti, tra cui amianto, in un’ex cava all’interno del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per vicende simili, è accusato di aver creato una vera e propria discarica abusiva, mettendo a rischio la salute di un gran numero di persone in una zona densamente popolata.

Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica hanno rivelato che l’imprenditore ha smaltito illegalmente tra i 146.000 e i 176.000 metri cubi di rifiuti, pari a circa 250.000 tonnellate, di cui una notevole quantità di amianto frantumato. Questo ha causato un grave inquinamento dell’area e ha portato al sequestro preventivo di autocarri, macchine per il movimento terra e una delle sue società, con un valore di circa un milione di euro.

Questo non è il primo caso per l’imprenditore, che era già stato rinviato a giudizio per non aver bonificato la stessa cava, e aveva subito un sequestro di tre milioni di euro per non aver ripristinato l’area da almeno cinque anni. La sua condotta illegale ha portato a conseguenze gravi per l’ambiente e per la salute pubblica, dimostrando una totale mancanza di rispetto per la legge e per la comunità.

Questi episodi di disastro ambientale devono essere condannati senza mezzi termini e devono essere presi seriamente dalle autorità competenti. È fondamentale proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini, e punire severamente coloro che mettono in pericolo entrambi per il proprio tornaconto personale. Soltanto attraverso un’applicazione rigorosa della legge si potrà garantire un futuro sano e sostenibile per tutti.

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