Napoli. Nell’ambito delle attività di contrasto ai reati ambientali, l’Unità Operativa Tutela Ambientale della Polizia Locale di Napoli ha condotto un’importante operazione volta alla verifica delle attività all’interno di un capannone situato in un complesso industriale già sotto controllo, che ha portato alla scoperta di gravi irregolarità nella gestione dei rifiuti speciali.

Durante l’ispezione, una persona già nota alle autorità per precedenti reati ambientali – R. A. le sue iniziali – è stata sorpresa mentre lavorava su rottami e cascami metallici. L’uomo stava gestendo materiali ferrosi ed elettrici di scarto derivanti dal disassemblaggio di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e parti meccaniche di autoveicoli. Alla richiesta di documentazione che autorizzasse l’attività, R. A. non è stato in grado di fornire alcun documento valido, ammettendo di non possedere i titoli necessari né per l’idoneità sanitaria dei locali, né per le operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti.

Il capannone, diviso in due aree comunicanti, presentava sei postazioni di lavoro per il taglio, lo smontaggio, la separazione e la pesatura dei rottami metallici nella prima area, mentre la seconda area era utilizzata come deposito di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche in grande quantità in attesa di lavorazione.

Per interrompere la produzione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, la polizia giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dell’intero insediamento produttivo, compresi strumentazioni e macchinari professionali utilizzati per le operazioni di lavorazione. Sono stati sequestrati anche materiali come flex, compressori, motori sollevatori e una grande quantità di rifiuti speciali generati.

R. A. è stato deferito all’autorità giudiziaria per la gestione incontrollata di rifiuti speciali in un ambiente privo delle necessarie condizioni igienico-sanitarie.

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