Crollo, la rabbia di Scampia: «I lavori facevano vibrare tutto»

Napoli. La tragedia del crollo del ballatoio a Scampia ha scatenato non solo la grande tristezza per la perdita di due persone molto conosciute nel quartiere, ma anche la rabbia di 800 persone sfollate nel cuore della notte e costrette a trascorrere la giornata davanti alla loro Vela Celeste, sotto un sole cocente e con la sensazione di essere state abbandonate. E c’è il sospetto che quei lavori per la riqualificazione della Vela possano essere stati la causa del crollo.

Dopo la paura iniziale, a Scampia è arrivato il momento della rabbia. L’edificio che fino a poco tempo fa era considerato un rifugio sicuro per molte famiglie è stato improvvisamente dichiarato pericoloso e evacuato in fretta e furia per paura di altri crolli. Solo 300 persone potranno rientrare, mentre gli altri 500 dovranno trovare soluzioni alternative in attesa delle verifiche.

I residenti raccontano di mesi di vibrazioni in tutto il palazzo, di paura e di mancanza di controlli da parte delle autorità. Mentre il sindaco esclude qualsiasi legame tra i lavori e il crollo, la rabbia cresce tra i cittadini che si sentono abbandonati e traditi dalle istituzioni.

La situazione è tesa, con la polizia che blocca l’accesso alla Vela evacuata e i residenti che chiedono di poter rientrare per recuperare i loro beni. La Protezione Civile è sul campo per garantire assistenza, ma la rabbia resta palpabile.

Mentre si cerca di fare chiarezza sulla tragedia e di individuare le responsabilità, i cittadini di Scampia si preparano a una notte di incertezza. La rabbia e la delusione sono tangibili, mentre si cerca di capire come evitare che una tragedia simile possa ripetersi in futuro.

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