Un imprenditore di San Felice a Cancello, Clemente Izzo, è stato oggetto di un provvedimento di confisca dei beni emesso dalla Sezione di Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La misura è stata richiesta dalla Dda di Napoli, in seguito all’attività investigativa condotta dai magistrati antimafia, dalla Dia e dalla squadra mobile casertana.

L’inchiesta ha preso avvio nel 2014, quando Clemente Izzo è stato ritenuto legato al clan dei Belforte. Si è scoperto che l’imprenditore avrebbe creato fondi neri utilizzati dal clan per il pagamento del pizzo, attraverso un sistema di sovrafatturazioni che camuffava il prezzo delle estorsioni.

Nonostante la condanna di Izzo a 5 anni e 5 mesi di reclusione, l’attività investigativa ha evidenziato una disparità tra i suoi redditi dichiarati e il suo tenore di vita lussuoso. La confisca ha riguardato beni per un valore stimato in circa 30 milioni di euro, tra cui società edili, immobili e rapporti finanziari.

In particolare, è stata evidenziata la presenza di una suite in un albergo di lusso a Positano, che l’imprenditore poteva usufruire in qualsiasi momento dell’anno. Questo particolare ha sollevato sospetti tra gli inquirenti, che hanno accertato un’inequivocabile discrepanza tra il patrimonio dichiarato e quello effettivo di Clemente Izzo.

La confisca dei beni è stata motivata anche dalla pericolosità sociale qualificata di Izzo, in quanto ritenuto intraneo al clan dei Belforte. Con questa operazione, le autorità giudiziarie hanno cercato di contrastare le attività illecite legate alla criminalità organizzata e di colpire il patrimonio dei soggetti coinvolti.

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