Verso la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, in un piccolo paese del Cilento, due bambini si incontrarono in una calda giornata di ottobre, dove la strada finiva tra i monti. La campanella della scuola suonò e, mentre i compagni di classe si affrettavano verso l’edificio, due sguardi si incrociarono: quello di un orfano di nome Aniello e di una vivace bambina di nome Annunziata.

Aniello, con i capelli scuri e gli occhi tristi, cresceva con una zia nubile, sorella del padre, perché la madre era morta di parto. Il padre, dopo qualche anno, morì per aver bevuto acqua gelida da una fonte del paese durante una sua passeggiata a cavallo. Annunziata, al contrario, proveniva da una famiglia numerosa, ma desiderava ardentemente comprendere il dolore dell’amico.

Da quel momento, i due formarono un legame indissolubile, una promessa che andò ben oltre l’infanzia. Le stagioni passarono, e con esse gli anni. La loro amicizia si trasformò in un amore semplice e profondo. Condividevano segreti sognando le avventure che li attendevano.

Mentre il mondo intorno a loro cambiava, Aniello e Annunziata erano sempre l’uno accanto all’altro, sostenendosi nei momenti difficili e festeggiando insieme le piccole gioie e vittorie. Finché, in una calda giornata di settembre, nella piccola chiesa del paese dove erano cresciuti, decorata con fiori bianchi, Aniello e Annunziata si giurarono amore eterno, realizzando il sogno di due bambini che, nei loro cuori, avevano sempre saputo che il loro destino sarebbe stato intrecciato per sempre.

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