La sentenza del processo bis per il tentato omicidio di Francesco Liotti ha portato a una riduzione della condanna per Danilo Volzone, con l’eliminazione dell’aggravante del metodo mafioso e la riduzione della pena da quattordici a tredici anni. La difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Gaetano Aufiero e Claudio Mauriello, ha lavorato per smontare le accuse di metodo mafioso e premeditazione. Dopo che la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Napoli, si è tornati in aula per riesaminare il caso.

Le prove raccolte dagli inquirenti, tra cui le immagini delle telecamere di sicurezza e i tabulati telefonici, hanno contribuito a ricostruire la dinamica dell’agguato e a collegare Volzone all’organizzazione del crimine. L’agguato è stato descritto come l’ultimo atto di una serie di episodi legati alla rivalità tra i clan camorristici Partenio e Genovese, a cui erano legati sia l’imputato che la vittima.

La Corte di Cassazione ha ritenuto che non fossero sufficienti le prove per confermare l’aggravante del metodo mafioso e della premeditazione. In particolare, i giudici hanno sottolineato la mancanza di elementi probatori solidi e una motivazione incompleta riguardo alla pianificazione dell’omicidio. Nonostante ciò, la partecipazione di Volzone all’organizzazione dell’agguato è stata confermata, portando alla sua condanna a tredici anni di reclusione.

La decisione della Corte di Cassazione ha evidenziato la complessità della vicenda e la necessità di un’analisi approfondita delle prove presentate. Il caso di Danilo Volzone e Francesco Liotti rimane quindi aperto, con nuove sfide da affrontare in futuro.

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