Ercolano, una tragedia annunciata che ha scosso l’intera comunità. Tre giovani lavoratori, costretti a guadagnarsi da vivere in nero con un salario misero di 250 euro a settimana, hanno perso la vita in una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio.
Le indagini dei carabinieri e della Procura di Napoli hanno portato alla luce una situazione drammatica: il proprietario dello stabile trasformato in fabbrica è stato fermato e accusato di omicidio volontario plurimo con dolo eventuale, detenzione e fabbricazione di materiale esplosivo non convenzionale, nonché caporalato.
I giovani, inesperti e costretti a lavorare in condizioni pericolose, maneggiavano una miscela altamente instabile chiamata polvere flash. Il proprietario, approfittando della loro disperata situazione economica, li pagava una miseria e li esponeva al rischio di morte imminente.
La tragedia ha colpito duramente la comunità di Ercolano, lasciando dietro di sé famiglie distrutte e bimbi orfani. Sara e Aurora Esposito, gemelle di 26 anni, insieme al giovane Samuel Tafciu di 18 anni, hanno perso la vita mentre preparavano fuochi d’artificio illegali per le festività natalizie.
La madre delle gemelle, anche lei coinvolta nella produzione dei botti, svolgeva un lavoro meno pericoloso, ma non meno sfruttato. La situazione di precarietà in cui versavano i lavoratori era nota alle autorità, ma nessuno è intervenuto in tempo per evitare la tragedia.
Oggi la comunità di Ercolano piange le vittime di questa tragedia annunciata, chiedendo giustizia per i giovani lavoratori che, con il loro sacrificio quotidiano, hanno pagato il prezzo più alto. È necessario che situazioni come queste non si ripetano più, affinché nessun altro debba perdere la vita a causa di un lavoro precario e sfruttato.