Nel processo contro i fratelli Ligato e Fabio Papa, accusati di estorsione, tentata estorsione e lesioni personali, è emersa un’intercettazione in carcere che conferma un episodio estorsivo ai danni di un titolare delle imprese funebri da parte del clan Ligato-Lubrano. Il processo si è svolto con rito abbreviato dinanzi al gup Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli. Il Sostituto Procuratore Simona Belluccio della Dda di Napoli ha depositato l’intercettazione avvenuta in carcere nel marzo 2023 tra Raffaele Antonio Ligato e sua moglie con riferimento all’episodio estorsivo addebitato agli imputati e sul quale ha anche reso delle dichiarazioni il figlio del defunto boss Vincenzo Lubrano, Gaetano Lubrano.

Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli a firma del sostituto procuratore Simona Belluccio, furono avviate nel mese di agosto e condotte attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri a Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di 3000 euro mensili. Gli inquirenti hanno accertato, inoltre, il compimento di un’ulteriore presunta estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro.

Infine è stato documentato come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore, operaio in una ditta di traslochi, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni. Il processo riprenderà a fine giugno per l’escussione di Marcello Barti e l’esame dell’imputato Pietro Ligato.

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