La richiesta di “messa alla prova” è stata formalizzata dai 18 imputati coinvolti nella maxi rissa tra minori avvenuta due anni fa a Prepezzano di Giffoni Sei Casali. Durante l’ultima udienza preliminare davanti al giudice minorile, i giovani dei paesi della Valle dei Picentini sono stati accusati di aver aggredito un giovane diciottenne salernitano, causandogli gravi lesioni e danni cerebrali.
I fatti di via Europa, dove la vittima fu trovata in una pozza di sangue, furono resi noti da uno degli imputati, all’epoca sedicenne. In quei momenti di autentica follia, i giovani si scatenarono provocando danni irreparabili.
La richiesta di “messa alla prova” rappresenta una possibilità per i giovani coinvolti di dimostrare il loro pentimento e di prendere coscienza delle conseguenze dei loro atti. La giustizia minorile è un’opportunità per educare i giovani e per far loro capire l’importanza del rispetto delle regole e della convivenza pacifica.
La rissa tra minori è un fenomeno che va contrastato con determinazione, in quanto può causare gravi conseguenze per la salute fisica e mentale dei giovani coinvolti. La giustizia minorile deve essere un’occasione per educare i giovani e per far loro capire che la violenza non è mai la soluzione ai problemi.
In conclusione, la richiesta di “messa alla prova” rappresenta un’opportunità per i giovani coinvolti nella maxi rissa di Prepezzano di dimostrare il loro pentimento e di prendere coscienza delle conseguenze dei loro atti. La giustizia minorile deve essere un’occasione per educare i giovani e per far loro capire l’importanza del rispetto delle regole e della convivenza pacifica.