Una storia di solitudine e abbandono si è recentemente verificata a Mondragone, in provincia di Caserta. Una bambina di otto anni, originaria dell’Ucraina, è stata trovata da sola sotto la pioggia, in un marciapiedi vicino a una caffetteria. Indossava solo un maglioncino e un paio di leggins, senza giubbino o ombrello per ripararsi dalla pioggia. Fortunatamente, il proprietario della pasticceria e due dipendenti si sono accorti di lei e l’hanno portata all’interno del locale, offrendole un cappuccino e un cornetto. Nel frattempo, il titolare ha avvisato le forze dell’ordine.

Gli agenti della polizia stradale sono arrivati sul posto e hanno preso in consegna la bambina, avviando le procedure per identificarla e trovare i suoi genitori. Dalle indagini è emerso che la bambina è stata adottata tre anni fa da una famiglia residente a Mondragone. Secondo quanto riferito dalla bambina, sarebbe scappata di casa a causa dei maltrattamenti subiti dai suoi genitori adottivi, una donna di 45 anni di origini ucraine e un uomo di 72 anni di Mondragone.

Il sindaco, d’intesa con il magistrato della Procura del Tribunale dei minorenni di Napoli, ha deciso di collocare la bambina in una casa famiglia della zona, dove viene assistita e confortata dagli operatori. Questa decisione è stata presa per tutelarla, in attesa di verificare la veridicità del suo racconto. Gli assistenti sociali del Comune hanno anche visitato l’abitazione della famiglia adottiva, riscontrando condizioni incompatibili con la presenza della bambina.

Questa storia solleva molti interrogativi. I genitori non avevano denunciato la scomparsa della bambina e non avevano avviato ricerche per trovarla. È possibile che nessuno si sia accorto della sua assenza? Cosa succedeva all’interno della famiglia? È stato un allontanamento volontario? I genitori erano in grado di prendersi cura di lei? Come è stato possibile l’adozione nonostante la grande differenza di età tra i genitori adottivi e la bambina? Nessuno sapeva o taceva? Questi sono gli interrogativi che l’inchiesta in corso dovrà risolvere, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e dal Tribunale per i minorenni di Napoli, e affidata alla Polizia stradale del distaccamento di Cellole.

Al momento, la bambina non presenta segni evidenti di violenza o maltrattamenti fisici. È possibile che i magistrati decidano di ascoltare i genitori e di sottoporre la bambina a un’audizione protetta per cercare conferme alle sue dichiarazioni. Al momento, i genitori non sono indagati, ma rischiano accuse che vanno dalla mancata custodia all’abbandono di minori e ai maltrattamenti in famiglia.

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