Il processo per l’omicidio volontario di Diana, la bambina lasciata morire di stenti dalla madre nella sua abitazione di Ponte Lambro, non lontano da Linate, continua a Milano. Nella seconda udienza si sono costituite le parti civili e si è discusso sulle prove da ammettere a dibattimento. La difesa aveva presentato un’istanza in cui metteva in dubbio la “capacità di stare in giudizio” dell’imputata, supportata dalla relazione di una psichiatra del carcere di San Vittore. Tuttavia, la Corte d’Assise ha rigettato questa richiesta, sottolineando che non c’è nulla nella relazione che possa far dubitare della piena capacità della Pifferi di partecipare al processo. Anche i pm hanno chiesto il rigetto dell’istanza, sottolineando che la donna è sempre stata lucida e consapevole. La difesa potrà comunque chiedere una perizia sulla capacità di intendere e volere al momento dei fatti in un secondo momento. Il processo continua e la giustizia sta facendo il suo corso.

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