La Cassazione ha confermato la condanna per Pasquale Zagaria, noto come Bin Laden, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

I giudici della Suprema Corte hanno respinto il ricorso presentato dal fratello del capoclan Michele Zagaria, confermando la sentenza della Corte di Appello di Napoli che lo ha condannato a un anno di reclusione in continuazione. Il reato contestato riguardava la costrizione di una famiglia di Casapesenna a vendere un terreno destinato all’edificazione della loro abitazione, al prezzo di 60mila euro.

Il legale di Zagaria aveva contestato la mancanza degli elementi costitutivi del reato di estorsione e il vizio di motivazione riguardo all’aggravante del metodo mafioso. Tuttavia, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso, sostenendo che la caratura criminale nota di chi esercita l’azione costrittiva è sufficiente a incutere paura senza necessariamente ricorrere alla violenza o a espressioni esplicite.

Questa conferma della condanna rappresenta un importante passo nella lotta alla criminalità organizzata e dimostra che la giustizia italiana non tollera comportamenti illegali, soprattutto quando legati alla mafia.

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