Il sindaco di Laino Borgo e le guide di “Pollino Rafting” sono tra i dieci indagati nell’inchiesta sulla morte di Denise Galatà, la giovane studentessa di 19 anni che è morta martedì scorso nel fiume Lao, a Laino Borgo, nel Parco Nazionale del Pollino. La Procura di Castrovillari ha avviato un’indagine per capire le cause del tragico incidente, che ha scosso l’intera comunità.

Secondo quanto riportato dall’ANSA, il sindaco e i titolari di “Pollino Rafting” sono tra le persone indagate per omicidio colposo e lesioni colpose. La giovane Denise Galatà stava facendo rafting con un gruppo di amici quando è caduta in acqua e non è più risalita, venendo ritrovata senza vita dopo alcune ore di ricerche.

L’incidente ha suscitato molte polemiche e ha portato alla luce alcune criticità nel settore del rafting in Italia. Sono infatti emerse diverse segnalazioni di guide poco preparate e di attrezzature non conformi ai requisiti di sicurezza.

La morte di Denise Galatà è un evento tragico che deve far riflettere sulle modalità con cui vengono gestite le attività di avventura in Italia. È importante che le autorità competenti vigilino sul settore e che vengano adottate tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei turisti e degli appassionati di sport estremi.

È altrettanto importante che le persone coinvolte nell’incidente vengano perseguite, se accertata la loro responsabilità, per evitare che tragedie come questa possano ripetersi in futuro. La comunità di Laino Borgo e del Parco Nazionale del Pollino si stringe intorno alla famiglia di Denise Galatà in questo momento di grande dolore e spera che giustizia venga fatta.

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