I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (NAS) di Salerno hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica. Tre persone sono accusate di corruzione, peculato e circonvenzione di incapace nell’ambito di una presunta truffa ai danni di un’anziana ospite di una struttura per la terza età. Lo si apprende da una nota della Procura.

Le misure cautelari
Le indagini hanno portato ai seguenti provvedimenti:

Sante Sica, 64 anni, gestore di fatto dell’Istituto Europeo per la Terza Età di Salerno, è stato posto agli arresti domiciliari;
Karolin Cupo, 58 anni, direttrice e vicepresidente del Consiglio di Amministrazione, è stata interdetta per un anno dall’attività di operatore socio-sanitario e dalla direzione di imprese e persone giuridiche;
Angela Pina Grossi, 61 anni, amministratrice di sostegno, è stata sospesa per un anno dal ruolo di tutore, curatore e amministratore di sostegno.

I dettagli della vicenda
L’indagine, già nota per l’ordinanza cautelare del 29 ottobre scorso a carico di 10 persone accusate di sequestro di persona e maltrattamenti nei confronti di anziani ospiti, ha svelato un presunto piano orchestrato da Sante Sica. Secondo l’accusa, il gestore della struttura avrebbe approfittato dello stato di incapacità di una donna di 86 anni, facoltosa e residente presso l’istituto, per farle redigere due testamenti olografi che lo designavano come unico erede.

Un ruolo chiave avrebbe avuto Angela Pina Grossi, amministratrice di sostegno, la quale – anziché tutelare la beneficiaria – avrebbe collaborato con Sica promettendo di redigere una relazione falsa sull’autosufficienza della donna, utile per la revoca del suo incarico. In cambio, avrebbe ottenuto la promessa di metà del patrimonio dell’anziana.

Le accuse si aggravano con ulteriori dettagli:

L’analisi dei conti correnti ha fatto emergere che 300 euro al mese sarebbero stati prelevati dal patrimonio della donna, giustificati da false fatture redatte da Karolin Cupo, direttrice della struttura, con la scusa di spese per il soggiorno.
In un ulteriore caso di presunto peculato, Angela Pina Grossi avrebbe indebitamente trattenuto 200 euro al mese attraverso bonifici gonfiati per il pagamento della retta della struttura, arrecando un danno complessivo di 5.400 euro nel periodo analizzato.

Le accuse e la presunzione di innocenza
A vario titolo, i tre indagati sono accusati di:

Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio;
Peculato;
Circonvenzione di incapaci.

Il quadro accusatorio, pur ritenuto fondato dal GIP, dovrà essere verificato nei successivi gradi di giudizio. Gli indagati potranno esercitare il loro diritto alla difesa, restando presunti innocenti fino a sentenza definitiva. L’operazione, condotta dai Carabinieri del NAS di Salerno, mette nuovamente in luce l’importanza dei controlli nelle strutture dedicate alle fasce più vulnerabili della popolazione. Le indagini proseguono per accertare ulteriori responsabilità e garantire la tutela degli ospiti delle strutture assistenziali.

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