Sono state arrestate 16 persone e indagate altre 51 nell’ambito dell’operazione “Canusium”, condotta dai carabinieri del nucleo tutela del patrimonio, del Ros e dei comandi provinciali di diverse regioni italiane. L’indagine ha portato all’accertamento di un traffico di reperti archeologici tra Puglia e Campania, coordinato da un’associazione per delinquere con base operativa a Canosa di Puglia. Il gruppo si occupava di scavi illeciti, furto, ricettazione ed esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici. Gli indagati avrebbero avviato un “fiorente canale commerciale di monete archeologiche” che dalla Puglia e Campania venivano cedute ai diversi trafficanti internazionali attraverso case d’asta estere. Nel corso dell’attività investigativa sono state recuperate diverse migliaia di reperti archeologici, tra ceramiche e monete in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi utili allo scavo clandestino oltre a documentazione contabile relativa alle transazioni illecite in Italia e con l’estero. Sono state effettuate anche una cinquantina di perquisizioni in più comuni di Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio e Puglia. È stata di fondamentale importanza la consultazione della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del ministero della Cultura, in via esclusiva gestita, alimentata e sviluppata dai Carabinieri dell’Arte.

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