Siamo rimasti sconcertati nel ricevere la notizia che l’omofobia ha fatto capolino anche nelle vicende della Turris, una società calcistica che avremmo preferito continuare a seguire per i suoi risultati sportivi anziché per episodi così tristi e vergognosi. Quando l’Associazione Pride Vesuvio Rainbow ha denunciato i messaggi omofobi ricevuti da Ettore Capriola, ci siamo resi conto che non si trattava di uno scherzo di cattivo gusto, ma di una realtà spiacevole che non avremmo mai voluto vedere coinvolta nel mondo dello sport.
La vicenda si è ulteriormente complicata quando è emerso che i messaggi erano stati inviati anche con un tono scherzoso e dispregiativo, confermando la gravità dell’atteggiamento omofobico di chi li ha scritti. Non possiamo più ignorare questo tipo di comportamenti e dobbiamo prendere posizione contro di essi, a prescindere dalle minacce di querela o dalle scuse che potrebbero seguire.
L’omofobia non ha spazio nel calcio, né in nessun altro ambito della società. Dobbiamo combatterla con determinazione e fermezza, affinché nessuno debba mai più subire discriminazioni o violenze a causa della propria identità di genere o orientamento sessuale. Speriamo che episodi come questo possano servire da monito e da stimolo per promuovere una cultura di rispetto e inclusione in ogni ambiente, compreso quello sportivo.